Introduzione. Astensionismo e democrazia: l’Italia e gli altri

Autori

  • Giovanni Barbieri
  • Silvia Bolgherini

DOI:

https://doi.org/10.1400/296140

Abstract

Negli ultimi anni il fenomeno dell’astensionismo ha raggiunto livelli ragguardevoli nella maggior parte delle democrazie liberali, diventando così una questione centrale del dibattito pubblico, sulla quale si è posta l’attenzione degli studiosi di politica.

Una forte e diffusa partecipazione elettorale si registra soprattutto in presenza di periodi di particolare effervescenza politica, quali quelli contrassegnati dal passaggio da regimi autoritari a regimi democratici, o meglio, da regimi che riconoscono il diritto di voto solo a una ristretta platea di individui, o che non lo riconoscono del tutto, a regimi in cui esso è invece concesso a tutti gli appartenenti alla collettività. Ne è un esempio il referendum sulla forma istituzionale dello stato tenutosi in Italia il 2 giugno 1946, al quale partecipò quasi il 90% dell’elettorato. Una certa dose di astensionismo è perciò fisiologica per qualsiasi liberal-democrazia. Ma quale livello essa è in grado di sopportare? Ovvero, qual è il livello oltre il quale la democrazia smette di funzionare adeguatamente, entra in contraddizione con in suoi principi fondativi e si trova, così, a rischio?

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Pubblicato

2024-04-17