Etica Pubblica
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<header class="entry-header"> <p>La rivista “<strong>Etica pubblica. Studi su legalità e partecipazione</strong>”, promossa dal Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Perugia, parte da un presupposto principale: la legalità non può essere ridotta ad una questione di repressione. Essa è soprattutto frutto di idee condivise di bene comune e interesse generale, appunto un’etica pubblica condivisa, che possa prevenire azioni e comportamenti devianti che minacciano e feriscono la convivenza civile. Un’etica pubblica improntata all’interesse generale presuppone nello stesso tempo un coinvolgimento attivo dei cittadini per la difesa e sviluppo di tali presupposti. È un’etica che fa sentire i cittadini parte decisiva ed attiva della comunità stessa.</p> <p>La rivista intende diventare luogo di dibattito interdisciplinare e di promozione di queste idee</p> </header> <div class="entry-content"> <p> </p> </div>it-ITEtica PubblicaIntroduzione: il dibattimento penale come attività pratica
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<p>I quattro saggi di questa raccolta non sono soltanto dei contributi nel vasto campo degli studi sociali del diritto, ma si distinguono per il loro ispirarsi a una corrente sociologica del tutto peculiare: l’etnometodologia e la sua disciplina sorella, l’analisi della conversazione (d’ora in poi EM e AC). Nell’ambito degli studi sul dibattimento penale, questa corrente ha segnato una radicale discontinuità rispetto agli approcci prevalenti. Se in quest’ultimi il focus sui testi e le procedure legali ha fatto sì che l’agire concreto degli attori nel processo giudiziario venisse visto come un mero epifenomeno e quindi come qualcosa di non valevole di analisi, in EM e AC il focus è invece proprio sull’agire concreto con cui gli attori partecipano al dibattimento.</p>Enrico Caniglia
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2023-09-072023-09-071110.1400/293169La giustizia in azione: studi etnometodologici del processo penale
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<p>Fin dalle pionieristiche riflessioni di Max Weber, la sociologia ha sfidato l’assunto, diffuso in ambito giuridico, della natura autoesplicantesi del diritto, argomentando che diversi macrofenomeni sociali – come il potere, la razionalizzazione, l’ideologia – influenzino il diritto e ne governino le finalità. Più esattamente, per i sociologi classici i fenomeni sociali costituiscono la base dei fenomeni legali, e quindi solo riferendoci ai primi possiamo spiegare i secondi. I più recenti approcci sociologici, come l’etnometodologia e l’analisi della conversazione, condividono quest’idea che il diritto sia un fenomeno sociale, ma allo stesso tempo si allontanano dall’impostazione tradizionale perché ritengono che i fenomeni sociali non costituiscano tanto delle macrocause che stanno alla base del diritto, quanto piuttosto il medium stesso delle attività legali. Questo saggio vuole illustrare il loro contributo in un preciso ambito legale, quello giudiziario.</p>Enrico Caniglia
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2023-09-072023-09-071110.1400/293170Anthropology, ethnography and legal practice. Law as a practical accomplishment
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<p>There are definitely many ways to deal with the issue of law in general and in Arab countries, like Egypt, in particular, among which the anthropological, historical and political perspectives. Through the reading of, among others, Alan Watson 2 , Brian Tamanaha 3 , Nathan Brown 4 , I learned a lot. However, I got the strong feeling that I did not learn what I wanted to know, that there was a kind of “missing-what” in what I call the classical approach to law. This missing-what is the phenomena of “codifying”, “code-referring”, “adjudicating”, “pleading”, “defending”, “suing”, “appealing”, “looking for grounds, excuses, justifications, causes, intentions”, “producing facts”, “characterizing facts”, the gerundive form of these many words indicating their activity nature. In other words, by looking for the law in the dynamics of history, research had lost the phenomenon of the law itself. These analyses are acutely grounded in concepts (codification process, positivization, modernization, etc.), categories (Islamic law, indigenous law, imported law, etc.) and theories (systemic, structural, realist, behavioral, etc.), but, by so doing, it probably misses an essential part of its object, perhaps even the core of its topic, i.e. the practice of codifying, code-referring, adjudicating, pleading, defending, suing, appealing, looking for grounds, excuses, justifications, causes, intentions, producing facts, characterizing facts, etc.. In sum, the law, in these scholarly works, is used as a resource for explaining larger issues, like change, power, domination, equality. However, the law is forgotten as a topic in its own right.</p>Baudouin Dupret
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2023-09-072023-09-071110.1400/293171The relevance of trial talk for rape shield legislation (with a postscript)
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<p>In this article I examine the rape shield statutes 2 . Using data from the Kennedy Smith rape trial 3 , I explore how rape shield statutes apply to and function through the language of evidence in testimony. My objective is to show how the social organization of talk mediates between legal statutes and trial practice. I thus aim to demonstrate how law, language, and society work together during the rape trial to severely constrain the applicational intent of the shield statutes. I further argue that while feminist researchers and proponents of rape reform have employed trial talk as an unexplicated and taken-for-granted resource in pursuit of legal change, they have consistently neglected the study of this talk and the emergent moral inferences constituted through it as topics of serious consideration in their own right. This neglect, as I will show, has policy implications for both the implementation and evaluation of legal reform.</p>Gregory Matoesian
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2023-09-072023-09-071110.1400/293172Il genere della giustizia: moralità e cultura patriarcale nel processo per stupro
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<p>Sebbene la violenza di genere sia un tema molto dibattuto, a livello civile e politico, non altrettanto sviluppata è la consapevolezza in merito alla qualità degli strumenti forniti per tutelare le vittime, nei quali la letteratura ha evidenziato l’intromissione di pregiudizi e di stereotipi di natura patriarcale. Questi stereotipi e pregiudizi si inseriscono in ogni fase del percorso della denuncia e, in particolar modo, in tribunale, dove l’influenza di tali fenomeni istiga un processo di vittimizzazione secondaria della parte lesa, che non solo subisce violenza fisica ma, nell’aula, viene nuovamente degradata dal giudizio morale patriarcale. È pertanto essenziale analizzare come questi pregiudizi emergano, sia in fase di dibattimento sia in fase di sentenza. Ciò verrà fatto nel presente articolo, analizzando due casi: la sentenza del cosiddetto “stupro della Fortezza da Basso” e l’interrogatorio in tribunale del processo Kennedy Smith.</p>Selena Mariano
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2023-09-072023-09-071110.1400/293173Il nostro generale. Quando l'etica aiuta la storia
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<p>Quando Paolo Mancini mi ha chiesto di riservare uno spazio di questa sezione di “Etica pubblica” alla discussione de Il nostro generale, non me lo sono fatto ripetere. La fiction in quattro puntate andata in onda su Rai1 dopo Natale sulla vicenda umana e istituzionale del generale-prefetto dalla Chiesa ha infatti costituito ai miei occhi (coinvolti, certo, ma anche resi “esperti” dai decenni) la dimostrazione di come sia possibile raccontare momenti di storia rispettando, insieme, i fatti e le esigenze artistiche. Di come la cifra intellettuale di un regista o di uno sceneggiatore non stia, in questi casi, nella capacità di decostruire/immaginare la realtà, ma nella capacità di ricostruirla. Di restituire la trama degli eventi secondo punti di vista autorizzati dalla loro effettività prima ancora che dal diritto di interpretarli liberamente.</p>Nando Dalla ChiesaPeppe FioreLucio Pellegrini
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2023-09-072023-09-071110.1400/293176Indice
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<p>Indice del numero 1/2023</p>Redazione
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2023-09-072023-09-0711In this issue
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<p>In this issue</p>Paolo Mancini
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2023-09-072023-09-071110.1400/293168Autori
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<p>Autori</p>Redazione
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2023-09-072023-09-071110.1400/293177Delitti in prima pagina. La giustizia nella società dell’informazione
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<p>Sto leggendo il libro di Edmondo Bruti Liberati, Delitti in prima pagina. La giustizia nella società dell’informazione (Raffaello Cortina Editore, Milano, 2022), nei giorni in cui molti giornali e portali dell’informazione raccontano che Giuliano Mignini, il pubblico ministero del caso Meredith Kerscher, nella ristampa del libro sul delitto di Perugia scrive di essere diventato amico di Amanda Knox.</p>Marco Mazzoni
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2023-09-072023-09-071110.1400/293174Rapporto tra linguaggio giudiziario e cultura comune, in particolare nell’attività del Pubblico Ministero
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<p>La comprensibilità degli scopi e dei contenuti degli atti giudiziari è oggi uno dei pilastri su cui si fonda la credibilità dell’amministrare giustizia. All’opposto, la comunicazione scorretta ed impropria e l’eccesso di tecnicismi lessicali generano tra i cittadini errate aspettative e distorte visioni della giustizia, in sostanza disinformazione, così determinando ragioni di sfiducia nei confronti della magistratura.</p>Armando Spataro
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2023-09-072023-09-071110.1400/293175